Tecniche cognitive comportamentali

Performers che sono sottoposti a tante pressioni mostrano spesso una tendenza all’autocritica ed al perfezionismo e pensano “Se smetto di criticarmi, di essere rigido poi inizio a non avere gli stessi risultati”. La domanda è: “ Performiamo meglio quando siamo in una condizione di paura e stress, oppure quando siamo in uno stato di calma e lucidità mentale?”. La realtà è che chiunque di noi è più motivato, sente più energia e spinta competitiva quando riceve gli applausi, gli incitamenti, i complimenti invece che la critica e la denigrazione. Un approccio negativo ci mette ulteriormente sotto pressione aumentando l’ansia e la paura con il risultato di non raggiungere una performance ottimale e non poter sfruttare ed espandere appieno le proprie potenzialità. Allora perché pensiamo di dover essere severi con noi stessi? La risposta è perché abbiamo imparato ad esserlo da qualcuno o dall’esperienze. E’ come se nel nostro hardware o cervello qualcuno avesse messo un software rigido che rallenta la funzionalità e la velocità mentale. Gli interventi cognitivi comportamentali aiutano a “sostituire il vecchio software con uno altamente funzionante”.
Il modello cognitivo comportamentale, sviluppata negli Stati Uniti da Aaron T. Beck, si basa sull’assunto che le emozioni e i comportamenti delle persone vengono influenzati dalla loro percezione degli eventi. La CBT aiuta le persone ad identificare interpretazioni errate (pensieri automatici, distorsioni cognitive e credenze di base), proponendone delle alternative ossia, delle spiegazioni più plausibili e funzionali degli eventi in tal modo si produce una diminuzione quasi immediata delle sensazioni negative. Lo scopo è sconfiggere i pensieri negativi, aumentare l’autostima e comportamenti costruttivi. Le tecniche consistono in esercizi di visualizzazione, rilassamento progressivo muscolare, imparare a controllare la respirazione e tecniche comportamentali.
Le persone che sono particolarmente auto-critiche e che hanno subito intensa vergogna possono avere difficoltà a sentirsi risollevate, rassicurate ed al sicuro. L’approccio focalizzato sulla compassione o CFT, è stato sviluppato in Regno Unito da Paul Gilbert. Secondo il modello CFT, le persone sarebbero caratterizzate da tre sistemi di regolazione affettiva. Nelle persone con sentimenti di intensa vergogna ed auto-critica il sistema della regolazione affettiva della calma, benessere e sicurezza è difficilmente accessibile ed il sistema della regolazione affettiva di “minaccia” domina la percezione interna ed esterna. L’ approccio CFT utilizza tecniche mirate ad aiutare le persone a sviluppare calore, sicurezza, calma e compassione verso se stessi. In questo caso compassione non viene intesa come ‘autocommiserazione’, ma come una maggiore comprensione ‘col cuore’ delle origine delle proprie difficoltà e consapevolezza della propria responsabilità nel poter cambiare il corso degli eventi da ora in poi. Studi scientifici condotti sulla CFT riportano effetti molto positivi sul sistema immunitario e neurofisiologico.